Il becchino

scritto da Frato
Scritto Ieri • Pubblicato 7 ore fa • Revisionato 7 ore fa
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Autore del testo Frato

Testo: Il becchino
di Frato

Quando passava di    fianco agli amici, al bar, faceva finta di non accorgersi dei loro sorrisini trattenuti, delle loro mani prudentemente nascoste dietro la schiena, con le dita incrociate oppure a formare delle corna: era il becchino del paese.

Forse non è corretto politicamente, ma non saprei come chiamarlo diversamente.

Del resto, mi sento troppo stupido nel chiamare un cieco ‘non vedente’, Come pure trovo senza senso pensare al mio vecchio bidello, Pasqualino, mentre mi riempiva, tutto felice il calamaio; usando quella ampolla con beccuccio per riempirlo; dovrei forse chiamarlo ‘ausiliario’? Quei calamai riempiti, finalmente, d’inchiostro: perché, ormai, eravamo abbastanza bravi da smettere di scrivere con le matite! Che’, poi, l’inchiostro ci serviva relativamente; presi, com’eravamo, dal far centro con la penna, munita di pennino, su quella benedetta gomma, messa a terra sul pavimento di legno: ecco   la ragione dei grossi sbaffi sui nostri quaderni!

Pensa quanto sarà stato fiero lo spazzino con la sua scopa di saggina, quando al gran cenone di Natale, gli amici e i parenti gli chiedevano che lavoro facesse: ‘L’operatore ecologico’, rispondeva lui, senza che nessuno ci capisse niente!

Quando si era piccoli, i genitori dicevano ai figli (senza alcuna intenzione di offendere) di studiare, che’ sennò avrebbero fatto gli spazzini, da grandi. Ora le cose sono un po’ cambiate: per fare gli ’operatori ecologici’ bisogna avere la fedina penale pulita; cosa che non è richiesta nemmeno per i nostri parlamentari.

 

In quel vecchio condominio c’era un corrimano in ferro che saliva dal piano terra e giungeva, avvolgendosi come un’elica cilindrica, fino all’ultimo piano. Ma c’erano dei buchi a intervalli regolari, dei buchi dove potevano passare delle viti da legno. Sopra il mancorrente, ci stava un altro mancorrente di legno, che la gente aveva bruciato nei freddi inverni della guerra.

Quante divagazioni!

Ma torniamo a noi. Il nostro becchino si era riempito la carriola di vecchie assi marcescenti. Forse che la stufa sarebbe stata capace di distinguere (le stufe possono farlo!) fra un legno che proviene da una vecchia cassa o da un mancorrente?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il becchino testo di Frato
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